Cinzia Battagliola
Nata a Brescia dove vive e lavora. Dal 2010 ha trovato nell’autoritratto l’espressione artistica che non ha più abbandonato. Utilizzando una macchina Polaroid realizza progetti di sequenze che ritraggono il corpo in continua trasformazione. E’ da sempre concentrata sulla figura umana e sull’approfondimento del mistero onirico legato al subconscio. Nel 2015 ha pubblicato il libro fotografico “Sul filo dei sogni” (Galleria Sozzani-Milano). Ha partecipato a esposizioni in numerose città italiane. E’ stata curatrice presso lo Spazio Contemporanea di Brescia, ha esposto presso il Museo S. Giulia di Brescia nella mostra dedicata all’autoritratto femminile curata da M. Trevisan e D. Pizzi. Ha realizzato una mostra personale: Fili invisibili presso S. Zenone all’Arco di Brescia. Le sue opere sono presso il Musinf di Senigallia, in numerose collezioni private e nel libro il corpo solitario” di Giorgio Bonomi.
Organizza laboratori di fotografia nelle scuole e workshop dedicati alla fotografia istantanea e all’autoritratto. E’ tutor fotografico FIAF. Collabora con la Fondazione Negri di Brescia.
Nuda Veritas
“Il corpo come contenitore di memoria in continua trasformazione, ogni cosa che ci accade lo attraversa, e benché la nostra mente la rimuova, il corpo conserva ogni ricordo, ogni cicatrice. E’ il nostro involucro in contatto con la mente. E’ una metamorfosi di inevitabili cambiamenti”. E’ un progetto nato nel 2018 e realizzato con una macchina fotografica Polaroid Land 250 ed una pellicola Fuji100C scaduta. Sono una sequenza di autoritratti scattati da vicino in cui il corpo è frazionato e sfocato, questa vicinanza estrema e la mancanza di luce artificiale rende le fotografie come fossero avvolte da un velo, come quando sugli oggetti si deposita della polvere che pian piano si ispessisce. Il passaggio ed il tempo sono i temi che prediligo approfondire ed in questo progetto c’è una speciale lente di ingrandimento che anziché rendere più nitidi i dettagli li annebbia. Nel passaggio tra sonno e veglia c’è un breve istante in cui il tempo si confonde ed i sogni ci sembrano reali così come il ricordo di essi, questo è l’attimo che vorrei cogliere per prolungare attraverso la fotografia anche la presenza di ciò che non è reale. La necessità di scattare con vecchie macchine e pellicole scadute nasce dal desiderio di rendere materia ciò che viene immaginato dalla mia mente.
La materia ha spessore, forma, odore e col tempo muta e si trasforma così come il nostro corpo.